Negli ultimi anni, il modo in cui abitiamo gli spazi si è profondamente trasformato. Le regole dell’abitare tradizionale e le nostre abitudini quotidiane sono state messe in discussione da nuove esigenze economiche, ambientali e sociali. Sempre più persone, in tutto il mondo, scelgono di abbracciare il principio del “less is more”, cercando soluzioni intelligenti per vivere bene in spazi sempre più ridotti, ma funzionali e accoglienti.
È in questo contesto che il fenomeno delle micro case, abitazioni di piccole dimensioni ottimizzate al massimo, si è affermato come una tendenza globale. Architetti, designer e content creator stanno dando vita a progetti sorprendenti, capaci di massimizzare ogni centimetro quadrato attraverso soluzioni modulari, arredi multifunzionali e design flessibili.

Sommario
ToggleLe origini delle micro case
Le mini case hanno origini diverse e nate in differenti contesti storici e culturali.
In Giappone, nel secondo dopoguerra, dove le città iniziavano a popolarsi e i lotti di terreno a ridursi, nascevano le “Kyosho jutaku” (case su piccoli lotti), abitazioni progettate sfruttando la verticalità e caratterizzate da un design flessibile e multifunzionale con elementi tipici della tradizione abitativa giapponese, come l’inclusione di piccoli giardini e l’armonia tra interno ed esterno.
Dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, nasce durante gli anni ’70 il Tiny House Movement, fenomeno architettonico e sociale fondato sul principio del minimalismo basato sull’iniziativa di semplificare la propria vita riducendo le dimensioni della casa e il numero di oggetti superflui in modo da diminuire le spese, guadagnare tempo libero e soprattutto aumentare il proprio benessere.
Tuttavia, è solo nei primi anni 2000 che il fenomeno delle Tiny House inizia a diffondersi, soprattutto in risposta a emergenze abitative: un esempio è il 2005 con l’uragano Katrina che rese necessario fornire alloggi rapidi e accessibili. Anche la crisi finanziaria del 2008 ha ulteriormente spinto molti americani a ripensare le proprie abitudini, scegliendo soluzioni abitative più economiche. Da qui la riscoperta per gli spazi abitativi essenziali, costruzioni prefabbricate di dimensioni ridotte capaci di tagliare i costi iniziali, ma anche quelli di manutenzione e abitazione.
Esempi dal mondo
Giappone
House NA, Tokyo

Un progetto residenziale dell’architetto giapponese Sou Fujimoto ispirato alla “vita tra gli alberi”. L’interno richiama la sensazione di trovarsi tra rami astratti, con 21 piattaforme sfalsate connesse da scalette e dislivelli.
Gli spazi sono aperti e trasparenti senza pareti divisorie tradizionali consentendo così una connessione visiva e spaziale tra tutte le zone. L’intero volume è realizzato con una struttura in acciaio bianco e chiuso da lastre di vetro che lasciano entrare la luce naturale.
House NA è un’architettura estrema che invita a ripensare il significato di “casa”. Uno spazio progettato per stimolare una nuova sensibilità spaziale, un nuovo modo di abitare lo spazio urbano, in continuo dialogo con l’ambiente e con sé stessi.

Lucky Drops – Atelier Tekuto (Tokyo)

La casa “Lucky Drops” è stata progettata dello studio Atelier Tekuto su un terreno trapezoidale di soli 21,96 m² e la struttura si sviluppa su due livelli. E’ un progetto che rappresenta un’architettura che sfrutta al massimo le potenzialità di un lotto irregolare.
Il livello fuori terra è avvolto da pannelli di plastica rinforzata con fibra di vetro. Questi pannelli traslucidi garantiscono privacy e permettono alla luce naturale di diffondersi uniformemente all’interno.
Una delle soluzioni più interessanti sono i pavimenti in rete metallica espansa, che permettono alla luce di filtrare verticalmente attraverso i livelli dell’edificio, raggiungendo anche gli ambienti interrati, rendendo l’ambiente contemporaneo, leggero e amplificare la sensazione di apertura e profondità.
Stati Uniti
Towne Twin Village – Texas

Ikea U.S. in collaborazione con lo studio WestEast Design Group ha progettato e realizzato il progetto di un modello di tiny house destinato agli anziani senzatetto di una comunità in Texas.
Sono state progettate circa 200 abitazioni da 44mq, includendo l’offerta di servizi di assistenza sanitaria, consulenza e spazi comuni. Gli spazi interni sono stati progettati per essere flessibili con mobili leggeri e facilmente spostabili consentendo di adattare l’ambiente in funzione delle esigenze dei residenti.

Europa
Slim Fit – Almere, Paesi Bassi

Progettata da Ana Rocha, il progetto Micro House Slim Fit, occupa solo 16 mq di superficie in pianta, si sviluppa su tre livelli: cucina, zona giorno, camera per un totale di 50mq.
Questa micro abitazione è stata progettata per adattarsi a lotti urbani estremamente ridotti e rappresenta una risposta innovativa alla crescente necessità di densificazione urbana nelle città olandesi.
La scala-libreria integrata a una libreria continua è un elemento multifunzionale, in quanto collega verticalmente i tre piani e funge al tempo stesso da spazio di contenimento. Le grandi finestre assicurano ventilazione e comfort termico.
La casa ha una struttura in legno che ha permesso la sua realizzazione in soli due giorni. Gli interni sono rivestiti in pannelli di betulla, mentre le facciate esterne sono rivestite in legno di ayous, che conferisce calore e uniformità materica all’intero volume architettonico.


Conclusioni
Le micro case rappresentano oggi una soluzione concreta per chi desidera abitare in modo più consapevole, riducendo sprechi e ottimizzando gli spazi. Arredare piccoli spazi non significa rinunciare a comfort o bellezza, ma richiede ingegno progettuale e materiali intelligenti.
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Scritto dall’Arch. Francesca Gervasoni